Latina (mercoledì, 16 luglio 2025) — Sono stati confermati due casi autoctoni di infezione da virus West Nile a Latina. Si tratta di due uomini, entrambi ultrasettantenni e non in contatto tra loro, attualmente ricoverati presso l’ospedale Santa Maria Goretti. La diagnosi è stata confermata dall’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma. Le condizioni dei pazienti non destano particolare preoccupazione.
Di Mirko Aglianò
Il virus, trasmesso principalmente dalla puntura di zanzare infette, non è una novità per l’Italia e, secondo gli esperti, è ormai endemico soprattutto nelle regioni del Nord e del Centro. “Nessun allarme, ma va tenuta alta la guardia” ha dichiarato il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, annunciando per oggi una cabina di regia regionale per coordinare il monitoraggio e fornire indicazioni operative a medici di base e pronto soccorso.
“Attueremo tutte le misure previste, comprese le verifiche sulle donazioni di sangue – ha aggiunto Rocca – anche se la trasmissione per via ematica è estremamente rara”. La Regione raccomanda inoltre di consultare il sito istituzionale per gli aggiornamenti sui protocolli di prevenzione.
Il professor Matteo Bassetti, infettivologo del San Martino di Genova, sottolinea come il West Nile sia una realtà con cui convivere: “Dobbiamo abituarci. Questo virus circola nel nostro Paese da oltre quindici anni. I casi di Latina non sorprendono, ce ne saranno altri nei prossimi mesi”.
Il virus ha un periodo di incubazione tra i due e i quattordici giorni. Nella maggior parte dei casi è asintomatico; solo il 20% presenta sintomi lievi come febbre, nausea o eruzioni cutanee. Le complicanze gravi, come encefaliti o meningiti, riguardano meno dell’1% dei contagiati e si concentrano soprattutto tra gli anziani o persone fragili.
Le raccomandazioni sono sempre le stesse: prevenire le punture, usare zanzariere e repellenti, indossare abiti coprenti e ridurre i ristagni d’acqua, ambiente ideale per la proliferazione delle zanzare.
Last modified: Luglio 16, 2025
